La serie tv belga legal thriller si snoda tra drammi personali e indagini toccando tematiche come il lavoro in nero, il disagio giovanile e i rapporti tossici.
Da alcuni anni i polizieschi europei, con tutti i loro sottofiloni di genere, impazzano non solo in televisione quanto sulle varie piattaforme in rete. Spagnoli e francesi la fanno da padroni tallonati dagli scandinavi, senza trascurare la storica presenza tedesca, recentemente si sono affiancanti anche telefilm dell’Est Europa. In questo panorama d’intrattenimento esce sbracciando il Belgio che sforna piccole perle interessanti come I dodici giurati serie tv di dieci episodi, da 45 minuti l’uno, reperibile su Netflix.

Il tutto si svolge nel 2018 a Gand durante quello che i media definiscono “il processo del millennio” all’ex preside Frie Palmers accusata di aver ucciso nel 2000 la sua migliore amica Brechtj Vindevogele aver causato la morte della figlioletta di due anni Roose nel 2016. In questo contesto conosciamo alcune procedure sulla giustizia belga molto particolari ossia l’esistenza di una giuria popolare, formata appunto da dodici giurati più due sostitutivi, che decideranno della sorte degli imputati. Un sistema che rimanda molto a quello statunitense.
Oltre alla figura dell’imputata emerge quella di uno dei giurati ossia Delphine, donna fragile e prigioniera di un matrimonio con un consorte tossico e manipolatore che lei stessa, però, tende a stuzzicare mantenendo un rapporto fortemente ambiguo col proprio datore di lavoro palesemente interessato. Tra gli altri giurati che si alternano come protagonisti di questa serie abbiamo Arnold, vedovo panciuto e sornione, che lavora presso lo zoo, che da principio ci appare bonario e socievole, prepara quiche lorraine per gli altri colleghi, è paterno nei confronti dei neo assunti, ma col tempo mostra un lato più oscuro. Si dimostra iracondo e vendicativo, insofferente, quando scopre che un’altra giurata che frequentava è lesbica la allontana ma sul finale si dimostrerà tra i più garantisti.

Altro personaggio è la giovane Holly, portavoce della giuria, ragazza disinibita e spigliata che ha, però, un passato macchiato di sangue poichè i suoi genitori furono trucidati durante un’intrusione domestica. Figura talvolta iprocrita poichè critica le battutte a sfondo sessuali dei colleghi quando è la prima ad avere atteggiamenti provocanti nei confronti dei maschi e a praticare il randagismo sessuale. Avrà una relazione con un suo collega giurato il costruttore edile Joerie.
Quest’ultimo si dimostra il personaggio “umano troppo umano” poichè porta con sè il peso della morte di un lavoratore immigrato irregolare nel suo cantiere, per colpa del grasso e stupido fratello minore suo socio, per cui si domanda spesso “ma sono degno di giudicare qualcuno colpevole?”. Dopo il processo si autodenuncerà per coprire il fratello idiota.
Abbiamo poi Carl uomo serie, pignolo, forse Asperger che ha un rapporto conflittuale con la giovane figlia che si scopre essere autistica. Chiudiamo la carellata di giurati con Noel, un tempo fotografo di successo oggi uomo “pignorato”, amante delle donne e delle battute politicamente scorrette. Sarà la quinta colonna di un blogger all’interno della giuria.

Ed ora veniamo ai personaggi più centrali Marc Vindevogel, Stefaan De Munck e la Palmers. Marc è il padre della prima vittima ed è un noto attivista animalista ed ambientalista che si era inimicato gli allevatori locali. La bravura degli sceneggiatori è proprio nello stravolgere l’idea iniziale dei personaggi. Il Vindevogel rientrerebbe nello stereotipo del buono contemporaneo invece rivela una natura violenta e rabbiosa, che sfoga anche sulla figlia, e arriva a corrompere l’agente che seguiva il caso non solo per tenerlo aperto ma per veicolare i sospetti sul capo degli allevatori. Il quale, benchè un pò troppo stereotipato, alla fine si dimostrerà più onesto e pulito del suo accusatore.
Stefaan è sia l’ex fidanzato di Brechty quanto il padre della piccola vittima nonchè ex marito dell’imputata. Innegabilmente è un soggetto non propriamente cristallino, facile alla menzogna, adultero ma che dimostra nei confronti della figlioletta e della nuova compagna Margot un sentimento vero.
Ed eccoci alla grande accusata Frie. È un personaggio con cui non si riesce ad empatizzare con quella sua eterna aria da cane bastonato che nasconde in verità una donna disturbata e potenzialmente pericolosa. Difatti le verrà negato l’affidamento escluvio della figlia per istabilità mentale. Arriverà anche a rapirla per ferire il suo ex il cui unico peccato era quello di aver scelto di rifarsi una vita e di fuggire da un rapporto tossico.
Due menzioni vanno fatte per Brechty e per Ari Spaak. La prima lo spettatore la conosce unicamente dai flashback o dai video di repertorio. Ab origine ci può risultare simpatica ma anche lei svela una seconda faccia sudicia. Aveva sedotto un suo docente universitario del quale era rimasta gravida e voleva appioppare il figlio della colpa al fidanzato cornuto Stefaan il quale però non ci casca. Pertanto per vendicarsi sia del padre che dell’ex inscena un finto rapimento, coadiuvata da Frie, cercando di incolpare gli allevatori.
Ari è il barbuto ed eccentrico avvocato difensore della Palmers che cercherà, con le sue arringhe scenografiche, di mettere in difficoltà la pubblica accusa, la Scientifica e gli altri test. Quanto segue rivela il finale della serie. Alla fine la Frie verrà ritenuta colpevole, anche se riusciurà a buttare discredito sul suo ex e la compagna, e chiderà al suo avvocato di prenderle un libro a casa. In tale volume Ari rinverrà i due oggetti che la procura cercava e che servivano per inchiodarla: un paio di guanti e una catenina. E qui assistiamo a due flashback che ostrano la Palmers che riprendeva la sua amica nel finto video e mentre si appoggia alla finestra della stanza della figlia.
In verità non ci vengono mostrati direttamente gli omicidi ergo il finale potrebbe essere un cliffhanger visto che la serie è del 2020 e si vociferava di una seconda stagione.
Anche alcuni dei giurati vedranno la loro vita cambiare dopo il processo. Delphine, anche con l’aiuto di Noel che si dimostra migliore di quel che appariva all’inizio, riesce a svincolarsi dal suo matrimonio-prigione, Carl accetta la situazione della figlia e si riappacifica con lei e Joerie decide poi di fare la scelta più giusto con la sua coscienza.
La serie tv oltre a mostrare il lato umano e privato dei personaggi mostra anche una parte della realtà belga, con il problema dell’immigrazione selvaggia che genera degrado, del lavoro sommerso, di una giustizia spesso lento e talvolta partigiana.
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